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lunedì 19 novembre 2007

I figli di Hùrin, Un nuovo regno, Gli elfi di Cintra: trame e recensioni

I Figli di Húrin di J.r.r.Tolkien

«"I Valar!" esclamò Túrin. "Vi hanno abbandonato e disprezzano gli Uomini. A che serve guardare a occidente, al di là del mare sconfinato? Uno solo è il Vala con cui abbiamo a che fare ed è Morgoth; e se alla fine non riusciremo a vincerlo, per lo meno potremmo fargli del male e ostacolarlo».

(I figli di Húrin, op. cit., p. 163)

I Figli di Húrin è l’ultimo romanzo dello scrittore inglese John Ronald Reuel Tolkien, ambientato nell'universo immaginario della Terra di Mezzo. Il romanzo, curato da Christopher Tolkien, narra le epiche e travagliate vicende di Túrin Turambar e della sorella Niënor - due figli di Húrin - dalla giovinezza fino allo scontro di Túrin con il drago Glaurung che, come ultimo atto di malvagità prima di morire, rivelerà loro un segreto che li condurrà entrambi al suicidio.
L'edizione italiana, per la traduzione di Caterina Ciuferri e illustrata da Alan Lee, è stata pubblicata il 24 ottobre 2007 da Bompiani.
La storia dei figli di Húrin era gia stata pubblicata in varie forme a pezzi ne Il Silmarillion, nei Racconti incompiuti e in The History of Middle-earth, ma è la prima volta che viene pubblicata integralmente, in un'opera a sé stante e senza essere interrotta da un commento. Iniziato da Tolkien nel 1918, il romanzo è rimasto incompiuto.L'edizione britannica e italiana sono composte rispettivamente di 320 e 336 pagine e sono state illustrate (20 illustrazioni in bianco e nero, 8 a colori più la sovracopertina) da Alan Lee. Contengono, inoltre, una nuova mappa del Beleriand disegnata da Christopher Tolkien.


Attenzione: di seguito viene rivelata, del tutto o in parte, la trama dell'opera.
Túrin nasce in una Terra di Mezzo distrutta dalla recente vittoria del Signore Oscuro, Morgoth (il predecessore di Melkior, nome originario dell’Oscuro Signore di cui si tratta nei libri “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”. Di Morgoth si parla all’alba dei tempi, specialmente ne “Il Silmarillion”), e della sua mostruosa armata. I più grandi combattenti tra Elfi e Uomini sono morti e il padre di Túrin, Húrin, è stato catturato. Per le sue sfide, Húrin e la sua famiglia vengono maledetti da Morgoth per essere condotti nella rovina e nell'oscurità. Ma, come suo padre, Túrin rifiuta di essere abbattuto da Morgoth e crescendo dà inizio alla leggenda di un eroe mortale. Nella terra percorsa dagli Orchi, Túrin unisce a sé una banda di fuorilegge e gradualmente inizia una guerra personale contro la supremazia di Morgoth sulla Terra di Mezzo. Allora il Signore Oscuro rivela la sua arma peggiore, Glaurung, il più possente dei Draghi. Mentre il Drago fa bruciare la Terra di Mezzo, rimane soltanto un uomo che può ucciderlo, ma per farlo dovrà prima vedersela col proprio Destino.

Un nuovo regno di Licia Troisi

Il libro si snoda in tre vicende principali, la missione di Theana e Dubhe, di Sennar e Lonerin e di San e Ido, che poi si ricongiungono tutte al momento della battaglia definitiva per poi dividersi ancora.
Dubhe è in viaggio con Theana: il suo scopo è quello di uccidere Dohor; solo in questo modo potrà distruggere la maledizione che la domina da tanto tempo. Intanto Lonerin, amico di Dubhe con cui ha avuto una breve storia, e Sennar, mago leggendario, sono in viaggio alla ricerca del talismano del potere: solo quest'ultimo è in grado di sconfiggere la magia che è stata usata da Yeshol per riportare in vita il Tiranno. Nel frattempo Ido cerca di raggiungere il Mondo Sommerso per portare in salvo San, il nipotino di Nihal e Sennar.
Dopo poco tempo dall'inizio del loro viaggio, Theana e Dubhe vengono rapite da dei mercanti di schiavi e portate a Selva, il paese natale della giovane ladra. Lì lei incontra uno dei suoi vecchi amici d' infanzia, diventato mercante di schiavi, che non la riconosce. Dubhe e Theana vengono comprate dal figlio di Dohor, Learco…

Bè non vi anticipo nient’altro ^_^ Vi lascio sul più bello! Comunque questo è un libro che, come i suoi cinque predecessori, non delude, ti tiene inchiodato alle pagine fino alla fine, e lo stile discorsivo, non ricercatissimo ma estremamente fluido della Troisi non ti permette di prendere fiato fino all’ultimo. Insomma, un altro acquisto che, sebbene completamente diverso dal genere dei “Figli di Hùrin”, vale la pena!


Gli elfi di Cintra di Terry Brooks
I figli di Armageddon, primo libro della trilogia pre-shannara “La genesi di Shannara” che narra le vicende della distruzione del Vecchio Mondo, e che funge da ponte tra questa saga e la sua creazione più nota, la saga di Shannara, ci aveva abbandonato sul più bello, col fiato sospeso, e proprio quando iniziava a sopraggiungere la prima comprensione della trama. Con il secondo volume, Gli Elfi di Cintra, si assiste a un graduale e costante riallineamento ai canoni del fantasy tradizionale, un ritorno a sentieri ampiamente battuti e familiari che, anziché risultare manchevoli di originalità, traggono vigore espressivo dall’ambientazione delineata nel precedente episodio.
Per questo commento mi ricollego a Wikipedia, altrimenti diventa un po’ troppo lungo da trascrivere ^_^
Nella prima parte del romanzo riecheggia l’atmosfera di angoscia, abbandono e morte della speranza tipica dei Figli di Armageddon: metropoli ridotte a silenziosi cimiteri, circondate da una natura distrutta, annientata sistematicamente da veleni chimici, guerre devastanti e mutamenti climatici irreversibili. Ritroviamo la razza umana sull’orlo dell’estinzione, decimata con ferocia meticolosità dai potentissimi demoni, alla guida di eserciti di ex uomini, creature maledette votate al male, schiave del Vuoto e dominate da odio, crudeltà e folle violenza. I pochi superstiti della civiltà defunta resistono nelle fortezze, strutture pesantemente difese arroccate nelle città in rovina, strutturate per il mantenimento dell’ordine decaduto e destinate a soccombere, assedio dopo assedio. Leggendo queste tetre pagine ci si sente soli, pervasi da inquietudine all’idea di un mondo condannato, della fragilità estrema di un’impalcatura sociale che, a dispetto delle apparenze, è un sottile velo che ci separa da anarchia, distruzione e apocalisse. In questo scenario orribile, giganteggiano le figure di Angela Perez e Logan Tom, gli ultimi Cavalieri del Verbo, gli instancabili portatori del nero bastone magico che, a forza di visioni profetiche, percorrono due distinti eppur convergenti cammini per ottenere l’impossibile, ossia il riscatto contro le soverchianti forze del Vuoto vittorioso. Angela dovrà raggiungere l’ultima comunità di Elfi, nascosta nei boschi del Cintra, e aiutarli a ritrovare le mitiche Pietre Magiche, con le quali cercare il Loden, talismano capace di racchiudere l’intero popolo elfico in una “bolla”, unica protezione possibile dall’imminente distruzione totale che cancellerà una volta per tutte ogni forma di vita dalla faccia della Terra; il prodigioso cimelio del perduto mondo di Faerie garantirà all’albero magico, l’Elcryss, di sopravvivere e continuare a tenere l’essenza stessa del male primordiale confinata nel Divieto. La giovane donna Cavaliere combatterà contro le sue debolezze e i suoi ricordi per trovare la forza necessaria a sconfiggere Delloreen, un demone ormai privo di ogni fattezza umana, alleatosi a un altro alfiere del Vuoto, da tempo immemore celato in seno alla comunità di Elfi. Non meno importante la missione di Logan Tom, destinato a proteggere il Variante, espressione della magia primigenia, scintilla di potenza allo stato puro; la sua identità si cela dietro le sembianze di Falco, indomito leader degli Spettri, bambini di strada in lotta contro le insidie della vecchia Seattle e sbandati dopo la scomparsa del loro capo indiscusso (avvenuta al termine del primo volume). Toccherà a Logan Tom assumere la guida del gruppo, caricarsi il peso delle vite di Gufo, Fiamma, Aggiusta, Pantera e degli altri piccoli orfani guerrieri, in un viaggio attraverso l’America assassinata e gettata via come un rifiuto. Li attende un’odissea tipicamente fantasy di ricerca e insidie, tormento e coraggio, lungo strade morte e mortali, in lotta contro mutanti, milizie di sbandati e malattie orribili.
E’ un oscillare vertiginoso e irresistibile quello che ci fa passare dalle città spacciate, ricettacolo di peculiarità care alla letteratura post apocalittica, alle tombe di elfi dimenticati, sulle tracce di amuleti magici. Deserti sterili e letali sono ferocemente in contrapposizione con i grattacieli spezzati e le strade cosparse di relitti tecnologici, come se tra le pagine dell’Ombra dello Scorpione si aprissero ampi squarci per farci intravedere Frodo che attraversa lande desolate e inospitali, spinto dalla disperazione e dal coraggio.
Torna il fantasy dei viaggi drammatici, che prendono le mosse dai dilemmi spirituali dei due Cavalieri, in movimento per comprendere il loro cupo passato, eroi del tormento e dai limiti umanissimi in un mondo che non appartiene più all’umanità.
Sono queste le figure principali del romanzo, tratteggiate come una sorta di Jedy del dopobomba, eroi decadenti e solitari aggrappati al magico bastone e a una visione disincantata del loro ruolo di paladini votati al martirio. Non sfuggono alle insidie del “lato oscuro”, rappresentato da Cavalieri rinnegati e nel complesso danno l’impressione di essere vittime predestinate, consapevoli di dover presto uscire violentemente di scena per dare al mondo una nuova possibilità.
Se l’universo psicologico di Angela Perez e Logan Tom spicca con discreta incisività, gli Spettri avrebbero meritato un maggiore approfondimento, invece sono confinati in una pur godibile galleria di flashback destinati a introdurre le singole vicende umane dei giovani personaggi, peraltro concepite in modo da suscitare nel lettore solidarietà e partecipazione. Il rischio di cadere nello stereotipo è alto, soprattutto quando Brooks introduce il personaggio di Catalya, giovane mutante che si muove e ragiona alla stregua di un ninja da cartone animato giapponese.
A fronte di queste piccole critiche, resta da dire che Gli Elfi di Cintra è molto più avvincente dei Figli di Armageddon, cupo compendio di miserie e orrori, ma troppo spesso i numerosi colpi di scena e l’eccesso di “carne al fuoco” disorientano il lettore. Ciò accade in relazione al veloce passaggio nel feudo del Senatore, signore dei mutanti e leader pseudopolitico, ma anche al contatto con la banda di invasati al comando di Krilka Koos, il Cavaliere traditore. E’ un mondo variegato e terribile, in bilico tra il fantasy e la fantascienza, quasi una rivisitazione della Torre Nera senza scomodare universi paralleli e teorie metafisiche, però un’iniezione di pagine al punto giusto avrebbe giovato alla sua qualità generale. Ai fan di Terry Brooks dispiacerà finirlo così in fretta, uscire prematuramente dal campo di battaglia tra Verbo e Vuoto per finire nella familiare ricerca del solito talismano del potere.
Tuttavia romanzi di questo genere vanno considerati nella globalità della saga, quindi ogni eventuale giudizio negativo è prudentemente rimandato e ciò che resta è una storia avvincente, sostanzialmente veloce e sempre accattivante.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Lydoath ha detto...

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